All'ultimo momento
la nuvola scappò via
lasciando un brandello
nelle unghie del monte
In fondo alla valle
la neve era in fiamme
e mollava nel cielo
fumo a massive colonne
venerdì 29 gennaio 2010
giovedì 28 gennaio 2010
Paesaggio a gennaio
E' così che, all'ultimo istante,
la nube riesce a trarsi distante
la nube riesce a trarsi distante
seppure perdendo qualche frammento
fra le unghie protese del gigante.
In fondo alla valle in fermento
la neve si muta in un momento
e presa da fiamma abbacinante
monta massive colonne al vento.
martedì 26 gennaio 2010
Non oltre mezza
Non oltre mezz'ora, mio caro,
non oltre mezza. Ed è così che vivo
molte vite in un sol giorno, ruzzolando
come un'alice nella farina e ormai reso
tonto. E alle volte, preda del tedio, cado
in profondi abissi di niente da cui, presto,
mi sputa via l'infinito, al quale resto pur
sempre indigesto. Oppure, affascinato
da un ramo che si muove tal quale un
neonato che vede per la prima volta,
mi perdo nel reale inumano scevro
d'ogni istinto manomissore. E mi chiedo
come mai l'europeo, per quale disegno
di dio o demonio, abbia voluto scavalcare
l'oceano e arrogarsi la terra, facendo
stracci delle culture dei popoli che non
hanno ossessioni ed ansie di possesso.
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sabato 23 gennaio 2010
rombo primordiale
Qualcosa nelle mie orecchie mugola-ozia
percuote cento tamburi con le mani.
Credo sia il mantra del ventre terrestre
che prova l'accordo con le diecimila creature.
Ma ecco balzo su d'improvviso
nella notte si tace il rombo primordiale.
Fuori negli oli esausti guardo il
faro del disparso viaggiatore.
giovedì 21 gennaio 2010
La ola dell'eucalipto
Guarda! La ola del salubre eucalipto
mi saluta irridente pettinando le
nuvole striate, come una donna fatale.
E la montagna soffia sul fertile
Campo di meraviglia, aureo
vaso di invise bellezze sublimi.
Su, Madre, prendi a sberle la tua
Prole, ebbra di miti posticci,
scuotila, nei tuoi occhi madidi.
E ancora passano vuoti i sette carri,
Per quanto a sostare s'ostinino
alle usitate deserte stazioni.
mi saluta irridente pettinando le
nuvole striate, come una donna fatale.
E la montagna soffia sul fertile
Campo di meraviglia, aureo
vaso di invise bellezze sublimi.
Su, Madre, prendi a sberle la tua
Prole, ebbra di miti posticci,
scuotila, nei tuoi occhi madidi.
E ancora passano vuoti i sette carri,
Per quanto a sostare s'ostinino
alle usitate deserte stazioni.
mercoledì 20 gennaio 2010
Lacuna
La sera, dai piedi stanchi,
è già sulla via dei ricordi,
il viso ascoso nei baveri alti.
Nel paese un minuto vegliardo
fra le caffetterie fa la spola;
sopra, le ultime faville ribelli.
Il salice, per sua parte,
prova invano a circuire la luna
con le sue foglie più alte.
E immoto sento, intanto,
via via montare una lacuna.
è già sulla via dei ricordi,
il viso ascoso nei baveri alti.
Nel paese un minuto vegliardo
fra le caffetterie fa la spola;
sopra, le ultime faville ribelli.
Il salice, per sua parte,
prova invano a circuire la luna
con le sue foglie più alte.
E immoto sento, intanto,
via via montare una lacuna.
lunedì 18 gennaio 2010
domenica 17 gennaio 2010
martedì 5 gennaio 2010
domenica 3 gennaio 2010
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