giovedì 4 febbraio 2010

Ho smontato il cielo


Ho smontato l'ultimo pezzo del cielo
e l'ho marinato
nel catino delle stille


Dietro, che sorpresa, c'era un lampo
siderale così forte
da stendermi a terra

Nebbia


Fu la nebbia a tendermi la mano
e portarmi
nei luoghi non visti
Fu la nebbia

Tutt'intorno erano alberi tristi
come spettri
dall'abito opaco

E castelli coi tetti imbandierati
e laminati
di rame o d'oro

Oppure antenne o celle d'api
gendarmi impettiti
messi a guardia dei nostri voli

Barba


La cosa più importante
E' la mia barba
Che cresca fitta e fluente
Che si strii di neve e di nuvole
E sfidi il vento della piana
in groppa alla moto
Che mi tira e mi sfugge

Oh, quando smarrii la barba!
Fui lì lì per giacere nell'abisso
E nulla mi avrebbe estratto
Se non i risvolti del mio cappotto

mercoledì 3 febbraio 2010

Addio luna

Ancora ripenso
Allo strano fragore
Della luna
Quando è andata in frantumi

Non so ancora se è collassata
Implosa o esplosa
Sbriciolata come sale o zucchero
E caduta sui baveri e i crini

Fatto si è che
E' salva venezia
Salvi sono i vinai e i contadini
E persino i lupi dopo secoli
Possono placare l'ugola


martedì 2 febbraio 2010

Alma nuda

I nastri rosa del gelido imbrunire
sono avvisaglie cosmiche stese altissime
alimento dei poeti vagabondi
e molo pel varo di navi fantasma
scolorano salutando il sole
a capofitto dalla linea d'orizzonte
regalando alla terra un brontolìo
di frigo esausto o di balena dolente
e tanto bene rosseggia la mia alma
nuda contezza nel vento lunare
che stende le sue ali per volare
e per tornare agli astri calma

una-mano-inumana

Trovo una velatura sulfurea e azzardi di bisca
nei visi di sfinge del potente
e del terrorista

E le peggiori nefandezze
si compiono nel nome
dell'amore

Mentre sulle vie
ovini trotterellano all'unisono
intonando la beela canzone

Suvvia, proprio non riesci a goderne?
Hanno imbandito una tavolata
ricoperta di ninnoli e di contorsioni:
sono tutti a bocca aperta!

Dietro le quinte gli attori
si scambiano i ruoli
per poi mostrare i denti levigati
ai riflettori

Quante botti di vino sintetico
saremo ancora in grado
di trangugiare?

Accorra una gragnuola di saette
a scuoterci le meningi
bruciando la pigrizia dell'ignavo

Accada tutto
prima che la partita abbia fine
perché morrà tutto
quando saran buie le telecamere

E una-mano-inumana
ci muove sulle vie

venerdì 29 gennaio 2010

paesaggio a gennaio

All'ultimo momento
la nuvola scappò via
lasciando un brandello
nelle unghie del monte

In fondo alla valle
la neve era in fiamme
e mollava nel cielo
fumo a massive colonne

giovedì 28 gennaio 2010

Paesaggio a gennaio

E' così che, all'ultimo istante,
la nube riesce a trarsi distante
seppure perdendo qualche frammento
fra le unghie protese del gigante.
In fondo alla valle in fermento
la neve si muta in un momento
e presa da fiamma abbacinante
monta massive colonne al vento.
Come ladro che si nasconde
il pauroso cucciolo inerme
il fungo che luce aborre
il pesce di fosse fonde

Elio dentro a un pallone
il vapore di soffione
magma sotto il vulcano
o acqua in pressione

Fiamma autoestinguente
folle suicida
vivo in camera ardente
un vecchio eremita

martedì 26 gennaio 2010

Non oltre mezza

Non oltre mezz'ora, mio caro,
non oltre mezza. Ed è così che vivo
molte vite in un sol giorno, ruzzolando
come un'alice nella farina e ormai reso
tonto. E alle volte, preda del tedio, cado
in profondi abissi di niente da cui, presto,
mi sputa via l'infinito, al quale resto pur
sempre indigesto. Oppure, affascinato
da un ramo che si muove tal quale un
neonato che vede per la prima volta,
mi perdo nel reale inumano scevro
d'ogni istinto manomissore. E mi chiedo
come mai l'europeo, per quale disegno
di dio o demonio, abbia voluto scavalcare
l'oceano e arrogarsi la terra, facendo
stracci delle culture dei popoli che non
hanno ossessioni ed ansie di possesso.

sabato 23 gennaio 2010

rombo primordiale

Qualcosa nelle mie orecchie mugola-ozia
percuote cento tamburi con le mani.
Credo sia il mantra del ventre terrestre
che prova l'accordo con le diecimila creature.
Ma ecco balzo su d'improvviso
nella notte si tace il rombo primordiale.
Fuori negli oli esausti guardo il
faro del disparso viaggiatore.

giovedì 21 gennaio 2010

La ola dell'eucalipto

Guarda! La ola del salubre eucalipto
mi saluta irridente pettinando le
nuvole striate, come una donna fatale.

E la montagna soffia sul fertile
Campo di meraviglia, aureo
vaso di invise bellezze sublimi.

Su, Madre, prendi a sberle la tua
Prole, ebbra di miti posticci,
scuotila, nei tuoi occhi madidi.

E ancora passano vuoti i sette carri,
Per quanto a sostare s'ostinino
alle usitate deserte stazioni.

mercoledì 20 gennaio 2010

Lacuna

La sera, dai piedi stanchi,
è già sulla via dei ricordi,
il viso ascoso nei baveri alti.

Nel paese un minuto vegliardo
fra le caffetterie fa la spola;
sopra, le ultime faville ribelli.

Il salice, per sua parte,
prova invano a circuire la luna
con le sue foglie più alte.

E immoto sento, intanto,
via via montare una lacuna.

lunedì 18 gennaio 2010

E' una gara

A pria giungere

alla bara

domenica 17 gennaio 2010

Avanti a tutto gas

Per arrivare prima

Al nulla
Oh sì lei la

saluto sempre sai

ma amici mica mai

sabato 16 gennaio 2010

E' fermo Testa bianca

Per la prima volta

Arranca

venerdì 15 gennaio 2010

foglie d'olivo
sulla via folli

vorrei saper per dove

domenica 10 gennaio 2010


she desappeared


i didn't see her more

where is our pretty light?

martedì 5 gennaio 2010


The mountain is away
Its coming back
I am waiting here

Il monte è via
Il suo ritorno
Io qui attendo

lunedì 4 gennaio 2010

Finiscon gl'anni
di solitudine
vestiti a festa

domenica 3 gennaio 2010


my steps fall down

upon the leafs
a mile away
pasii mei prabusiti

peste frunze in
departare un pai
trad. ivan andreevici e cercul disparut

sabato 2 gennaio 2010

cadono sulle foglie
i passi miei
lontano un miglio

venerdì 1 gennaio 2010

taccio.
le palme del lungomare
vorticano al vento
Guarda! L'alloro
gratta le nuvole
distese sul fiume